Rimini | Carceri, Marcello chiede un garante
La legge è del 2009, sancisce l'istituzione della figura del garante per i detenuti ed è stata già applicata in diversi casi a livello regionale (Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia Toscana, Umbria, Valle d’Aosta), provinciale (Enna, Ferrara, Lodi, Massa Carrara, Milano, Padova, Roma Trapani) e comunale (Bergamo, Bologna, Brescia, Ferrara, Firenze, Ivrea, Livorno, Milano, Nuoro, Pescara, Piacenza, Pisa, Pistoia, Reggio Calabria, Roma, Rovigo, San Severo, San Gimignano, Udine, Sassari, Torino, Venezia, Verona, Vicenza). Adesso il consigliere comunale del Pdl Nicola Marcello chiede sia istituita anche a Rimini.
"Le recenti visite fatte al nostro istituto penitenziario cittadino dei Casetti dall’onorevole Sergio Pizzolante, con i radicali e con l’associazione “papillon”, hanno confermato che i problemi della popolazione carceraria in generale, mirabilmente trattati in una delle giornate dell’ultimo Meeting di Rimini, in esso ci sono tutti e forse si stanno acuendo sempre di più nell’ultimo periodo", spiega Marcello.
I compiti del garante dei diritti delle persone private della libertà vanno da colloqui con i detenuti e gli internati, anche al fine di compiere atti giuridici, alla visita senza necessità di preventiva autorizzazione degli istituti penitenziari che insistono sul territorio di competenza. La figura dovrebbe di norma essere istituita ed eletta dal consiglio comunale, tramite delibera, affinché svolga per conto della comunità cittadina, compiti di promozione dell’esercizio dei diritti e delle opportunità di partecipazione alla vita civile e di fruizione dei servizi comunali delle persone comunque private della libertà personale o limitate nella libertà di movimento, ponendo in essere azioni volte a garantire il diritto al lavoro, alla formazione, alla crescita culturale, alla tutela della salute, alla cura della persona, anche mediante la pratica di attività formative culturali e sportive.
La figura garantisce il rispetto della dignità dei detenuti e svolge la sua attività in piena libertà ed indipendenza e non è sottoposto ad alcuna forma di controllo gerarchico e funzionale, con semplice obbligo di relazionare dell’attività svolta agli organismi comunali competenti quali sindaco, giunta e consiglio comunale. "Sarebbe opportuno - si augura Marcello - che tale attività relazionale avvenisse anche con la commissioni consiliari competenti, con le associazioni ed organismi cittadini per i problemi delle persone disagiate ad ogni livello".
Nelle linee di mandato del sindaco, fa notare Marcello agli amministratori, "avete rimarcato di volere una Città di Rimini aperta, accogliente, fiduciosa e solidale verso gli altri. Per realizzare ciò, ritengo che occorra in primis un’azione amministrativa di sostegno, difesa e garanzia dei diritti delle persone più deboli ed emarginate. La popolazione carceraria o comunque privata della libertà individuale nel territorio di Rimini penso che rientri a pieno titolo in tale fascia sociale".